Le origini del nome Livigno sono controverse. Secondo lo storico Sertoli Salis, Livigino è detto in antico "Vinea et Vineola".Quella antica grafia senza il prefisso "Li", mantenuta fino al 1399, nulla haa che vedere con la coltivazione della vite: è assolutamente da escludersi che vi siano mai stati dei vigneti. Altri lo fanno derivare dal termine "lovin" che significherebbe lupino.
La Valle di Livigno ieri - La valle di Livigno oggi:
Rappresentazione schematica della vallata dello Spöl in origine. Il torrente Spöl, chiamato dai livignaschi "Akua Granda" ha modellato nei secoli lavalle.
Livigno
oggi: il taglio degli alberi, lo Spöl imbrigliato così come la costruzione del lago artificiale hanno cambiato il paesaggio della valle.
Non mancano ipotesi leggendarie come quella cheritiene che il primo
insediamento umano nella valle sia dovuto a una popolazione di origine slava che risalendo il corso del Danubio avrebbe raggiunto il suo affluente Inn e quindi il corso del fiume Spöl.Secondo i suoi sostenitori
sarebbe una prova di tale tesi la presenza di alcuni caratteri somatici asiatici tuttora evidenti nella popolazione.
IL BAIT E LA DIMORA TRADIZIONALE
Per capire la dimora tradizionale livignasca occorre rifarsi ai tre elementi storici dell'economia locale: il bosco, il prato e la neve. I boschi hanno qui unanatura
secolare. Essi si formano molto lentamente perché il ciclo vegetativo delle piante è qui di soli quattro mesi l'anno. Per gli altri otto mesi le piante vivono una sorta di letargo. Questi boschi hannodato
il legno per le case di Livigno. I boschi sono sempre stati sacrificati al prato. Il contadino livignasco ha avuto storicamente gran fama per la cura di ampie superfici a prato dato che a queste altezzeil
fieno si taglia una sola volta all'anno, mentre l'attività zootecnica, l'unica possibile da queste parti, ha richiesto l'allargamento continuo della zona a pascolo. Da qui il forte disboscamento avvenutonei
secoli.
La struttura della dimora permanente è diversa da quella del pur vicino bormiese ed è funzionale al clima molto più rigido e alla presenza di abbondante legname.
La casa tradizionale piùantica
è costituita dall'abitazione ('l bàit) e da un rustico (toilà e stàla) giustapposti in linea o ad angolo, è completamente di legno (la presenza dello zoccolo in muratura indica che la costruzione èpiù recente);
è edificata con dei tronchi sovrapposti uni agli altri.
Il tetto (téit), a due spioventi e falde poco inclinate, è coperto da un assito di larice traversato da travi che trattengono lo scivolamentodella
neve, oppure ha una copertura di piccole "scàndole", cioè scaglie di larice. Rari i comignoli, piccole le finestre, per evitare la dispersione di calore e provviste di doppi vetri e scuri interni.
Fino a qualche decennio fa l'aspetto di Livigno era quello di un museo all'aperto.
Museificare Livigno sarebbe stato spopolarlo dei suoi abitanti e condannarlo probabilmente ad un isolamento ancor piùcrudele
di quello secolare a cui lo aveva destinato la natura.
La scelta dello sviluppo turistico è stata perciò un'occasione per dare un futuro alla zona.
Ciò ha comportato inevitabilmente nuove costruzionie
si è persa quella caratteristica sgranata dell'abitato, quella separazione da una casa all'altra che, nata per ragioni di protezione, marcava tuttavia, all'interno dell'isolamento generale di Livigno, l'individualismoe
l'auto-isolamento dei gruppi familiari livignaschi. Tutto dunque, nella famiglia livignasca era organizzato per l'autosufficienza, per sopravvivere in lunghi periodi di isolamento.
L'economia zootecnicariduceva
quasi completamente la dipendenza dall'esterno. La casa era l'appendice terminale del prato e il suo punto di diramazione. La "Tea", cioè la dimora temporanea estiva, era posta un po' più in altoin cima agli
appezzamenti di prato.