Infilavano la merce nei sacchi di tela grezza, indossavano gli
scarponi pesanti e partivano. Per non farsi scoprire dalle guardie, camminavano silenziosi nelle notti senza luna, lungo sentieri segreti, nascosti fra gli aghi dei pini mughi e i cespugli di ginepro che macchiano i pascoli.
Per qualcuno si trattava di un vero e proprio mestiere, per altri un’attività sporadica e, per tutti, era un lavoro pericoloso e faticoso, fatto di rischi, scaltrezza e di carichi pesanti sulla schiena. Immaginate dei gruppetti di uomini, vissuti tanto tempo fa, che camminavano silenziosi, attenti a non farsi scorgere, con la bricolla sulle spalle e scarponi pesanti ai piedi.
Era difficilissimo vederli, mentre attraversavano le valli e si inerpicavano sulle montagne avvolti dal buio, trasportando un carico di caffè, zucchero, sigarette e bottiglie di alcol. Conoscevano ogni angolo, ogni pietra, ogni cespuglio.
Chissà quanti cespugli di ginepro avranno incontrato, sulla loro strada. Nel silenzio delle valli, varcavano i confini invisibili disegnati dall’uomo, depositavano il carico e poi tornavano a casa, con le spalle leggere e un sorriso ruvido disegnato sulla bocca.