News / 27.10.2016

LA SIGNORA DELLE ACQUE, NUOVA SCULTURA AL PASSO DELLA FORCOLA

L’opera dell’artista El Duca Guglielmo Bertarelli affronta il tema della sorella-acqua e della donna-madre come forze generatrici sulla Terra. E' collocata sopra al Passo della Forcola, sulla sommità della Val dell’Orsera, dove nascono il fiume Spöl  e il Poschiavino. La presentazione domenica presso il Comune di Livigno.


Domenica 30 ottobre 2016 alle ore 11.00 presso la Sala Consigliare del Comune di Livigno sarà presentata la scultura “Signora delle Acque”dell’artista El Duca Guglielmo Bertarelli. Un’opera che trova la sua collocazione sopra il Passo della Forcola a 2360 metri, in corrispondenza del confine di Stato sulla sommità della Val dell’Orsera dove nascono il fiume Poschiavino, che scende nella Valle del Gesso e si getta nell’Adda e quindi nel Po, e il fiume Spöl (o Aqua Granda) che convoglia nel Lago di Livigno e poi nell’Inn e nel Danubio.

L’opera, realizzata dallo sculture trentino Guglielmo Bertarelli detto El Duca, è composta da due materiali che si trovano in natura, il ferro e il legno, assemblati con bulloni e saldatura elettrica.

Emotivamente e razionalmente sono stato portato e riferirmi a due specifici vocaboli essenziali e simbolici insieme: sincretismo e acqua - commenta El Duca -  Questo suggerimento interiore mi portava a voler raggruppare tutti i Credo del mondo nell’unico elemento universale, ossia l’acqua, assunto come un bene essenziale per la vita sul pianeta per ogni essere vivente: vegetale, animale, uomo.

L’acqua è di tutti e per tutti e per tutto il Creato: ciascun essere vivente ne ha bisogno, ed ogni persona (uomo o donna) ne ha pieno diritto. La sopravvivenza della vita sul pianeta, e la stessa sopravvivenza dell’umanità, sono strettamente dipendenti da questo indispensabile e determinante elemento, definito, appunto “vitale”.

Conseguentemente, nella struttura da me prevista, e quindi ideata e creata, la figura umana risulta l’elemento emblematico rappresentativo dell’umanità. Sono, cioè, ricorso ad una figura femminile - la donna come “elargitrice di vita” - tratta dalle ataviche civiltà che hanno costituito la storia e l’essenza della nostra cultura. Nella struttura realizzata, la “Signora” (la scultura di donna) è supportata da elementi in ferro tubolari: recipienti a piramidi tronche con sfere in metallo, assemblati a forma di torre, al cui apice troneggia una sfera che vuole simboleggiare “tutti i credo del mondo”.

Osservando nel suo complesso l’intero manufatto, verso il basso s’intravede una cripta stilizzata, nella quale è collocata la figura femminile, in legno di frassino, segno emblematico dell’essenza dell’umanità, ossia la ”donna-madre” che partorisce e dona vita umana; di essa diventa emblematica “sorella acqua” altrettanto indispensabile e costante generatrice di vita sulla Terra, poiché, altrimenti, senza acqua mancherebbe qualsiasi segno di vita e senza donna-madre mancherebbe qualsiasi segno di presenza umana: conseguentemente solo morte come su stelle pianeti composti unicamente da elementi minerali, privi di vita.

Sempre osservando il manufatto, fermandosi sulla parte di sostegno in basso, si notano dei tubolari leggermente piegati, che stanno a significare l’opera dell’uomo, rappresentata simbolicamente nelle “condotte forzate” per la produzione dell’energia elettrica e quant’altro. All’interno dei tubi si intravedono delle palle in ferro, di varie misure, che stanno a significare le gocce d’acqua che, cadendo, vanno a bagnare i cinque tronchi a cono, che rappresentano i cinque Continenti della Terra. All’interno di ciascuno di essi risulta inserito un tubo piegato, il quale, evolvendosi verso l’alto, viene a significare la vita che prorompe dal terreno, come piante rampicanti che vengono alla luce quasi scoppiando verso la luce dalle radici. Tutto un insieme di parti interdipendenti, nel rendersi ogni elemento parte indispensabile l’uno dell’altro: se si toglie un solo elemento, tutto cade e la vita si spegne.

Si tenga presente che in tutte le mie sculture all’aperto non esiste il “piedestallo” (o base d’appoggio). Ogni struttura ha come “base” lo stesso suolo, in maniera tale che ogni struttura dà l’impressione visiva di “uscire” o dal prato, o dalla roccia, o dal terreno. Mi spiego meglio: è mia intenzione che il visitatore veda ogni mia opera nascere dalla madre terra, intuendo che le radici vanno trovate nella sostanza eterna ma nascosta della natura, dove l’acqua – eterna sorgente di vita - continua a scorrere, sgorgando improvvisamente alla luce da quelle viscere e nascere, gorgogliando poi per rivi, torrenti e fiumi quasi mormorando ad ogni persona, in maniera dolce ma ossessiva: «Serviti di me, ma non distruggermi!»."


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